Piano con i paragoni: lasciamo crescere Lydia Ghizzoni, che ha soltanto 13 anni e una vita davanti a sé che somiglia tanto a un libro di pagine bianche, tutte da scrivere o meglio ancora da riempire di colori. Anche se è facile lasciarsi andare all’entusiasmo pensando a quel che il cronometro ha detto appena una manciata di giorni fa a Busto Arsizio, in occasione della rassegna Track Night, nella quale la giovanissima milanese ha stampato il nuovo record italiano sulla distanza dei 1.000 metri in pista per un’atleta della sua età. Che non sarebbe niente di così eclatante, se non fosse che una certa Nadia Battocletti a 13 anni quella distanza la correva impiegando 4 secondi in più rispetto alla giovanissima collega.
- Un talento assoluto: corre nella stessa squadra di Doualla
- Quattro record in un’estate: Lydia non conosce limiti
- Il suo allenatore Rondelli: “Mai vista una così a 13 anni”
Un talento assoluto: corre nella stessa squadra di Doualla
Lydia è poco più che bambina, ma sa già quello che vuole dalla vita. Milanese doc, viene da una famiglia dove lo sport è sempre stato parte integrante del vissuto quotidiano. Sua mamma Chiara Cuzzi è stata atleta prima e oggi è istruttrice FIDAL, mentre il papà Andrea è amministratore delegato di un’azienda, e da qualche tempo si sono trasferiti a Levo, nei dintorni di Stresa.
A seguirla in questo primissimo scorcio di carriera è stato per primo Severino Bernardini, tecnico con un passato da mezzofondista, mentre ora è Giorgio Rondelli ad occuparsene direttamente: due giorni a settimana di lavoro al campo “XXV Aprile” di Milano, dopo che a casa però c’è spazio durante gli altri giorni per un po’ di corsa lenta e potenziamento muscolare in palestra.
Corre con i colori della CUS Pro Patria Milano, la stessa società dell’altro enfant prodige dell’atletica italiana, vale a dire Kelly Doualla, che rispetto a Lydia ha due anni e mezzo in più e un’esperienza ad alto livello certamente superiore. Ghizzoni però s’è fatta notare con quel tempo strabiliante sui 1.000 metri: 2’52”92 e divenuto il nuovo primato Under 14, e in qualche modo anche una sorta di investitura per ciò che potrà essere negli anni a venire.
Quattro record in un’estate: Lydia non conosce limiti
Che Lydia andasse di fretta lo si era intuito già guardando al suo curriculum scolastico, dal momento che è andata alle superiori con un anno d’anticipo rispetto alle sue coetanee (frequenta la quarta ginnasio al Liceo Classico di Borgomanero). In pochi mesi, oltre al primato italiano dei 1.000 metri, ha fatto suo anche quello dei 1.500 metri (4’35”70 a Bellinzona), quello di 2.000 metri (6’26”21 a Pavia) e quello dei 3.000 metri (9’54”74), quest’ultimo centrato a Ginevra.
Con simili riscontri cronometrici, la giovanissima milanese potrebbe tranquillamente confrontarsi con atlete delle categorie cadette o allievi, che dunque hanno in media da due ai quattro anni in più sulle spalle.
Elasticità di corsa e tempi di appoggio rapidissimi ne fanno un’autentica pepita d’oro nel mondo dell’atletica azzurra: difficile dire cosa potrà fare da qui ai prossimi anni, anche perché è difficile capire anche in che modo il suo corpo andrà progredendo nel tempo, essendo davvero troppo giovane (è nata il 23 aprile 2012) per poter avere oggi un’idea di ciò che l’attende. Per ora però continua a strabiliare, e in molti hanno cominciato a parlare di lei come l’erede naturale di Nadia Battocletti. Un’etichetta scomodissima, sebbene tanto ambita.
Il suo allenatore Rondelli: “Mai vista una così a 13 anni”
Rondelli di atlete in vita sua ne ha viste passare tante, ma di Lydia ha detto: “Per l’età che ha è probabilmente la più forte che abbia mai allenato. Logico poi che questo non vuol dire nulla: per i tempi che sta facendo registrare adesso potrebbe corree con atlete 17enni senza batter ciglio, nonostante nell’adolescenza anche pochi mesi di differenza possono rappresentare delle differenze enormi a livello di prestazioni.
Se ricorda Nadia? Un po’ si, ma Battocletti alla sua età era più indietro, poi è cresciuta gradualmente. Lydia ha ancora ampi margini e potrebbe ripercorrerne le orme”.
Come si spiega però un talento così precoce e cristallino? “Diciamo che l’exploit dell’atletica a Tokyo 2020 ha aiutato tanto il settore a crescere e progredire, oltre che a raccogliere tanti tesserati che altrimenti probabilmente non si sarebbero mai avvicinati all’atletica. C’è entusiasmo e voglia di imparare, e questo porta tutti a dare il massimo”. Anche a una 13enne di cui in futuro si potrebbe sentir parlare davvero tanto.