Non ha mai celato quanto attraversato da suo figlio Achille Costacurta e, come e più di lui, da madre in una sequenza ininterrotta di eventi concatenati ai quali solo parzialmente – perché la verità è stratificata e complessa – ha fornito spiegazione in una confessione in voce. Martina Colombari e suo marito Alessandro hanno sostenuto anche in una narrazione pubblica che ha incluso le sfaccettature umane meno condivise, meno aperte quanto rievocato da Achille nel podcast One More Time di Luca Casadei che ha toccato profondamente chiunque.
Per la sua crudezza, per la sua autenticità. Martina, impegnata nel talent “Ballando con le Stelle”, ha elaborato i tempi e i modi e ha effettuato una scelta di responsabilità. E di altruismo, per suo figlio Achille e quanti stanno vivendo o affrontando un processo di accettazione relativo a quanto ripercorso nei TSO, nella diagnosi tardiva di ADHD e le dipendenze.
- Le storie di Martina Colombari dopo il podcast del figlio Achille
- La scelta dopo le dichiarazioni su TSO e tentativo di suicidio
- La diagnosi tardiva di ADHD
- La scelta come donna e come madre
Le storie di Martina Colombari dopo il podcast del figlio Achille
“È stato un weekend intenso, perché avete sentito questo podcast di mio figlio Achille”, ha rotto il silenzio così su Instagram Martina Colombari, dopo le reazioni alle dichiarazioni di suo figlio. Un ragazzo giovanissimo, eppure già carico di un vissuto che nel podcast One More Time, condivide il suo cammino a tratti straziante: dalla diagnosi tardiva di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), all’arresto per spaccio fino al tentativo di suicidio e la richiesta di eutanasia l’unico momento in cui suo padre, Billy Costacurta ha mostrato un segno di cedimento.
“Mia mamma ha pianto tanto. Mio papà l’unica volta che gli ho visto scendere una lacrima è stato quando mi hanno proprio portato via. Quando mi avevano fatto il depot, io tutti i giorni chiedevo di andare a fare l’eutanasia perché non avevo più emozioni e volevo morire. E lì l’ho visto piangere”. Una volontà distruttiva per i suoi genitori e per chiunque fosse loro vicino, che hanno affrontato come l’arresto e i TSO, sette, ai quali è stato sottoposto Achille pur giovanissimo. E il tentativo di chiudere con ogni cosa della vita, in un contesto di enorme fragilità e schiacciato dalle dipendenze.

La famiglia Costacurta: Achille, Martina Colombari e Billy
La scelta dopo le dichiarazioni su TSO e tentativo di suicidio
Martina Colombari, come sempre quando scrive o parla di Achille, è ricorsa a una forma che fissa i punti importanti senza aggiungere note, ulteriori forme, ammettendo come il ruolo di genitore di fronte a una confessione pubblica così intensa vada rivisto, riconsiderato e modulato.
Una scelta di responsabilità, ma pure di vicinanza a chi le ha scritto per trovare conforto o conferme. “Con calma ne parliamo”, ha detto ai suoi follower, “o meglio, non devo aggiungere altro, però mi piacerebbe confrontarmi con voi. Ma prima lo faccio con lui”. Quindi ha aggiunto: “Perché non so mai come pormi di fronte a questa sua fragilità”.

Achille Costacurta con Luca Casadei
La diagnosi tardiva di ADHD
Quello che poteva sembrare un momento di chiusura si è trasformato in un atto di condivisione: nelle ore successive, Colombari ha condiviso che cosa sia esattamente l’ADHD, all’origine di quel che appariva come un malessere in Achille e anche della sua difficoltà di relazione a scuola e poi con i genitori che si sono appoggiati a un’associazione, per imparare o reimparare a gestire quei momenti di conflitto.
“Da quando i miei genitori hanno fatto anche loro un corso genitoriale per l’ADHD, il nostro rapporto è cambiato da così a così. Prima in casa quando litigavamo, io andavo fuori, spaccavo porte. Da lì non è mai più successo perché loro ora sanno come dirmi un “no””, ha spiegato a Casadei aprendo uno spiraglio per altre famiglie, altri genitori che si sono rivolti, poi, a Martina Colombari.
La scelta come donna e come madre
Per rispettare il percorso del figlio, ha chiarito quanto consigli, informazioni e episodi appartengano a lei, suo marito e ad Achille. Quanto sia giusto trovare il supporto adeguato, ma che sia comunque un percorso unico. “Come mamma e come donna” ha rotto un silenzio mai cercato, mai voluto per fornire degli strumenti di riferimento e divulgazione e aiutare altre famiglie che potrebbero trovarsi nella stessa situazione di smarrimento, rispettandone l’unicità.
Ha condiviso l’associazione a cui si sono rivolti e che li ha formati, ha risposto in modo essenziale invitando a approfondire e a non sottovalutare, senza giudicare o esprimersi in modo netto.
E senza voler spendere parole al posto dello stesso Achille, che sta ricostruendo il suo presente con il sogno di poter aiutare gli altri.
