Trovate l’aggettivo più appropriato per descrivere l’Italia di Julio Velasco: ingiocabile, inarrivabile, irresistibile. Forse irreale è quello che rende più l’idea: la Polonia magari non poteva rappresentare la peggiore delle minacce, ma è il modo col quale le ragazze azzurre l’hanno ridimensionata ad aver impressionato una volta di più schiere di appassionati. Perché questa è un’Italia che scomoda davvero i paragoni con le migliori versioni di squadra dello sport italiano: le polacche nulla possono (25-17, 25-21, 25-18) e la zona medaglia è ufficialmente agganciata. Con una tra Brasile e Francia chiamata a provare ad arrestare l’ondata azzurra in una semifinale che, indipendentemente dall’avversaria, promette scintille.
- Egonu devastante, Fahr dominante: è un’Italia grandi firme
- Pieno controllo e accelerazioni devastanti: è grand’Italia
- Sylla ed Egonu, che sintonia anche fuori dal campo
- Velasco ha elogi per tutte: “Orgoglioso di questo gruppo”
Egonu devastante, Fahr dominante: è un’Italia grandi firme
Chiunque però si ritroverà di fronte Egonu e compagne avrà un compito durissimo: con quella odierna fanno 34 vittorie di fila, un dominio planetario senza precedenti che rimanda ad epoche che si perdono nella notte dei tempi. Egonu che al solito ha trascinato le compagne verso il compito selezionato: 20 punti per l’opposto della Numia, sempre tenuta bella calda dalle mani di Alessia Orro che pure ha cercato di mettere in ritmo un po’ tutte le giocatrici azzurre.
Sarah Fahr al solito ha risposto presente con 12 palloni messi a terra (4 a muro) e una padronanza del gioco sottorete che ne ha esaltato una volta di più le qualità balistiche. Nervini e Sylla non sono volute essere da meno, confermando ormai che la nuova conformazione della banda titolare funziona senza colpo ferire. Ma è tutta la squadra di Velasco a girare che è un piacere: si vede lontano un miglio quanto il clima sia disteso e quanto le ragazze si divertano a giocare.
Viste così, viene da chiedersi chi potrebbe impedire loro di tornare da Bangkok con una medaglia d’oro al collo: a Brasile (favorita contro la Francia), Giappone (già in semifinale dopo il 3-2 sull’Olanda) e una tra USA e Turchia l’arduo compito di provare a interrompere la serie magica dell’Italvolley di Velasco.
Pieno controllo e accelerazioni devastanti: è grand’Italia
Lavarini, coach delle polacche (oltre che di Milano), sapeva che la missione era di quelle fuori portata. Nonostante i 15 punti di Stysiak, la Polonia poco ha potuto per opporre resistenza contro una delle versioni più attente e concentrate dell’Italia viste al mondiale. In avvio a muro Nervini e Fahr indirizzano la contesa e consentono anche a Egonu di prendersi un po’ di tempo prima di andare in ufficio, con Orro che dispensa palloni in ogni angolo del campo. Il doppio cambio offre altre certezze, con Antropova subito a segno per il 16-11. Sylla si esalta in difesa e la ribalta in attacco, così il finale di set è scevro da preoccupazioni.
Nel secondo si assiste a un po’ più di battaglia: il primo tentativo di allungo viene rintuzzato dalle polacche, che mettono anche il naso avanti sul 14-13. Un contro parziale di 3-0 (primo tempo di Fahr e due errori delle polacche) rimettono le cose a posto, con l’Italia che piazza un altro 5-1 che di fatto serve per congelare il set nonostante il ritorno delle avversarie, che tornano a contatto sul 21-19 prima di concedersi altri due errori che costano cari.
Nel terzo la partenza è ancora a tinte azzurre con Egonu che si esalta, ma dopo l’ultimo colpo di coda avversario ci pensando Sylla e Fahr ad allungare di nuovo le mani sulla partita. In difesa non cadono più palloni, in attacco le variazioni funzionano e le porte della semifinale si spalancano all’istante, col solito primo tempo di Fahr a sigillare il 3-0.
Sylla ed Egonu, che sintonia anche fuori dal campo
“Siamo dove volevamo essere, il nostro lo abbiamo fatto e non vediamo l’ora di sapere contro chi giocheremo la semifinale”, commenta a caldo Paola Egonu. Che non pone limiti alla provvidenza, anche se spiega che “solo Dio sa cosa ci attende da qui alla fine del torneo”. È però solare, spontanea, desiderosa di scherzare anche a telecamere accese. “Sto facendo grandi cose, ma è merito delle mie compagne. Ci stiamo mettendo grande attenzione in ogni cosa che facciamo e il lavoro quotidiano sta pagando. Meglio di così non potrebbe andare”.
Myriam Sylla si prende la sua “rivincita” soprattutto per quanto fatto (bene) in difesa. “Ognuno deve cercare di tirare il meglio da se stesso, indipendentemente dal momento del match. Abbiamo fatto bene ciò che dovevamo fare bene e questo ha fatto la differenza. Dove possiamo arrivare? Fahr ha detto che dobbiamo puntare all’oro? Mettiamola così: noi cercheremo di vincere il maggior numero di set possibili, i calcoli fate voi…”.
Velasco ha elogi per tutte: “Orgoglioso di questo gruppo”
Mentre parlano Sylla ed Egonu arriva Velasco, che esclama “bravissime” in mondovisione. “Forse abbiamo giocato la nostra miglior partita, perché vincere 3-0 contro questa Polonia non era scontato. Le ragazze si stanno allenando molto bene, difendono tanto, hanno equilibrio e fanno bene tante cose. Con la Germania forse siamo state un po’ nervose, stavolta si è vista una grande Italia. Ora pensiamo alla prossima, ma chiaro che le semifinali richiederanno altra attenzione”.
Il CT elogia il gruppo per come ha saputo interpretare tutte le fasi della gara: “Loro sanno quello che devono fare, e la cosa più importante è che le facciano quando è il momento di farlo. In questo sono autorevoli, perché sanno gestire il momento. Sono orgoglioso di questo gruppo, che è davvero speciale perché sa essere umile, rispettando l’avversario con grande intelligenza”.
Puntura di spillo anche per un’intervista fatta ad Anna Danesi: “Bellissima l’intervista, ma il titolo “Vinco il mondiale”, non ci appartiene, perché qui si vince e si perde tutte assieme”. E se sarà Brasile o Francia, poco cambia: “Tutti dicono Brasile, ma occhio che la Francia è cresciuta molto…”.