C’era attesa, c’era speranza, ma alla fine al “San Francesco” è calato un silenzio pesante. La Nocerina, davanti al proprio pubblico, ha visto svanire ancora una volta l’occasione di riscattarsi contro il Cynthialbalonga, che ha portato via punti preziosi lasciando i rossoneri con più dubbi che certezze. Una squadra brutta, stanca, inconcludente e senza mordente che fotografa appieno un momento difficile, quasi di chi non riesce a liberarsi dalle proprie paure.
Mister Campilongo, nel post partita, non ha nascosto l’amarezza: «Abbiamo concesso troppo e quando è così, diventa difficile rimettere in piedi la partita. Serve più cattiveria, serve più lucidità». Parole che raccontano una realtà che i tifosi hanno visto molto chiaramente dagli spalti.
Eppure, dentro a questa amarezza, c’è anche un filo di speranza. Lo stesso tecnico ha aggiunto: «Non è il momento di mollare, perché il campionato è lungo e dobbiamo reagire da uomini». Ed è proprio da qui che la Nocerina deve ripartire: dal carattere, dall’orgoglio, dalla voglia di dimostrare che questo gruppo non è la fotografia sbiadita di ieri, ma può ancora scrivere pagine di valore.
Il pubblico arrabbiato più che sconsolato, ha lasciato lo stadio con il cuore pesante ma non indifferente ..perché chi ama quella maglia lo sa: la Nocerina non si abbandona nei momenti bui, si accompagna, si sprona, si sostiene. Servono risposte, servono uomini in campo che dimostrino che la storia di questo club non può piegarsi davanti a queste pessime prestazioni e questi errati approcci.
Il presente fa male, ma il futuro chiede coraggio. E allora che questa sconfitta diventi la scintilla: la Nocerina deve rialzare la testa, per sé stessa, per la città, e per quella curva che continua a cantare anche quando le note sanno di tristezza.
Marilù Barile