L’America tiene il mondo col fiato sospeso: sono queste le ore in cui milioni di cittadini sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti, con Donald Trump che tenta di tornare alla Casa Bianca dopo l’esperienza del primo mandato (2016-2020) e Kamala Harris che è pronta a raccogliere l’eredità di Joe Biden, del quale è stata vice-presidente nel quadriennio appena concluso.
Un’America divisa nella quale ogni voto potrebbe fare la differenza, con alcuni Stati chiave (i cosiddetti “Swing State”: Pennsylvania, Georgia, North Carolina, Michigan, Arizona, Wisconsin e Nevada) destinati in un modo o nell’altro a decidere la contesa elettorale tanto per l’una, quanto per l’altra parte.
- L’America al voto: perché si vota di martedì?
- L’NBA sta tutta (o quasi) con Harris
- Coco Gauff per Kamala: “Fonte d’ispirazione”
- Chi sta con Trump? Hogan, Tyson e… Alexi Lalas
L’America al voto: perché si vota di martedì?
Già più di 80 milioni di americani hanno votato, poiché il meccanismo di voto delle presidenziali USA è decisamente complesso e diverso da praticamente quelli di tutto il resto del mondo. Si può votare online, per posta (percentuale in forte aumento nelle ultime elezioni) o naturalmente recandosi ai seggi nella giornata di martedì 5 novembre.
Perché si vota di martedì? Lo decise il Congresso nel 1845 con l’intento di favorire i tanti braccianti agricoli chiamati alle urne e consentire loro di votare in un periodo dove il raccolto si era concluso, il meteo consentiva di spostarsi e soprattutto avessero tempo per spostarsi a partire già dalle giornate di domenica (dedicata alla Chiesa) o lunedì. Questa tradizione è rimasta tale e nessuno ha deciso di toccarla, ma chiaramente i tempi sono cambiati e oggi si vota appunto in tante modalità, soprattutto per posta.
L’NBA sta tutta (o quasi) con Harris
Il mondo dello sport a stelle e strisce è entrato al solito a piedi pari nella contesa presidenziale, con molti personaggi noti al grande pubblico che hanno deciso di schierarsi tanto con l’una, quanto con l’altra parte.
Kamala Harris, candidata democratica, ha certamente goduto di maggiore supporto dalle star dello sport: LeBron James, Steph Curry, Steve Kerr e Gregg Popovich (che nei giorni scorsi ha accusato un malore a poche ore da una partita degli Spurs ed è stato ‘costretto’ a mettersi a riposo: ancora incerta la data del possibile ritorno in panchina) hanno espresso tutta la loro contrarietà a un ritorno sulla scena di Trump, pensando anche a quando i Golden State Warriors decisero di rinunciare ad andare alla Casa Bianca negli anni in cui l’inquilino più illustre era appunto il tycoon.
LeBron sui social s’è esposto senza fronzoli (come sempre, del resto): “Di cosa stiamo parlando qui? Quando penso ai miei figli, alla mia famiglia e a come cresceranno, la scelta è chiara. Vota per Kamala Harris!”. Popovich è andato oltre: “Hanno definito Trump uno xenofobo, un fanatico religioso, un razzista, inadatto a ricoprire la carica, più e più volte. E hanno ragione”.
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Coco Gauff per Kamala: “Fonte d’ispirazione”
La prospettiva di vedere la prima donna presidente degli Stati Uniti è la molla che ha spinto diversi personaggi dello sport femminile a esporsi in prima persona per Harris. Come Coco Gauff, che ha spiegato di “essere stata ispirata da Kamala in tutto quello che faccio. Ci vuole il lavoro di molte persone per aprire la strada e sono entusiasta di poterlo vedere nella mia vita, perché so che molti altri non hanno avuto questa opportunità”.
Anche Carl Lewis è fortemente schierato con Harris (iconica la foto di Trump strappata sul palco del Festival dello Sport di Trento del mese scorso), così come il tennista Andy Roddick, la calciatrice Megan Rapinoe, l’ex cestista Kareem Abdul-Jabbar e molti altri ancora.
Chi sta con Trump? Hogan, Tyson e… Alexi Lalas
Chi sta allora dalla parte di Trump? La lista è un po’ più corta, perché il tycoon ha sempre avuto meno bisogno di certi endorsement da parte del mondo dello sport. All’ultimo comizio al MSG ha fatto irruzione sul palco la leggenda del wrestling Hulk Hogan, che ha ripetuto il gesto della maglia strappata dicendo di votare per il suo amico Donald (e dal mondo della WWF di un tempo s’è portato appresso anche Ric Flair e The Undertaker).
Anche Mike Tyson ha deciso di spostare la causa del Trump bis: Iron Mike sta per tornare sul ring contro lo youtuber Jake Paul e ha approfittato della cosa per tirare la volata al candidato repubblicano. Che è sostenuto anche da un volto noto al pubblico italiano: Alexi Lalas, ex calciatore e difensore del Padova, oggi stimato opinionista televisivo, ha deciso di votare Trump. E pure Danica Patrick, leggenda delle corse automobilistiche, che ha parlato di “voto logico e razionale”.
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Miriam Adelson, proprietaria dei Dallas Mavericks, ha finanziato con ben 95 milioni di dollari la campagna trumpiana. Ma ci sono anche l’ex quarterback Brett Favre (che di recente ha fatto parlare di sé per aver rivelato di essere affetto dal Parkinson a soli 54 anni) e Caitlyn Jenner, che prima della transizione è stata campionessa olimpica nel decathlon. L’incertezza regna sovrana, ma intanto l’ippopotamo Moo Deng, che in Thailandia viene definito “veggente”, ha predetto la vittoria di Donald Trump. Vedere per credere.