Alla vigilia della partita con il Salernum Baronissi abbiamo raccolto le impressioni del tecnico abatese, Fabrizio Daghio.
Un ottimo esordio tra le mura amiche anche se e maturato solo nei minuti finali ,come ha visto la sua squadra ?
“Minuti iniziali, finali non importa. Domenica ho chiesto i tre punti e sono arrivati, abbiamo fatto la gara che avevamo preparato, nelle gambe abbiamo già i 90 minuti ad un buon ritmo ma soprattutto quello che più mi è piaciuto che in questi ormai 50 giorni di lavoro sono riuscito a trasmettere la giusta mentalità e far accettare la mia metodologia di lavoro, unica al mondo”.
Lei era squalificato in panchina c’era il suo vice Gaspare Rosanova, giovane ma con grandi qualità ci parli di lui.
“Gaspare sa cosa penso di lui è un grande professionista che si è messo a disposizione mia e della squadra ha grandi qualità e come me è laureato in scienze motorie ed ha appena conseguito il patentino UEFA B , parliamo la stessa lingua ci si capisce al volo. Come pro a suo favore ha grande energia e conoscenza della materia …come contro penso abbia l’età, solo per questo ritengo che non sia ancora pronto per un esperienza da primo ma per quella ci sarà tempo”.
Abbiamo visto una bellissima scena nel pre partita di domenica siete andati a ricevere l’abbraccio degli ultras che si erano radunati in attesa della partita, come ci descrive il rapporto mister-ultras ?
“Tengo molto a loro, dò molta importanza a questo aspetto, domenica nel pregara sono passato a salutarli, ritengo che se c’è uno stadio pieno e che fa un tifo sano, comunque sia va ad influenzare l’arbitro in alcune decisioni dubbie e qua a Sant’Antonio era qualche anno che non si vedeva una curva così partecipe. Domenica hanno cantato per cento minuti sostenendoci e per questo li ringrazio tantissimo e sono fiero di loro”.
Cosa ha detto ai suoi ragazzi alla ripresa degli allenamenti ?
“Con la squadra parlo spesso delle mie esperienze importantissime passate ,spesso non si riferiscono a cose legate al calcio ma alla boxe e alla thai boxe. Ho avuto la fortuna di aver preparato atleticamente un sette volte campione del mondo, tre volte medaglia di bronzo alle Olimpiadi, ai ragazzi racconto che tutto questo è stato possibile grazie al fatto che ad ogni trionfo si festeggiava la sera stessa e poi si doveva dimenticare quella vittoria il giorno dopo, altrimenti ci saremmo guardati allo specchio e non saremmo riusciti a vincere più nulla. Questa è la fame che voglio trasmettere. Oltre alla parte tecnico tattica che non sto a descrivere per ovvie ragioni, racconterò di quello che ho chiesto come atteggiamento alla squadra , penso di averci messo dieci minuti abbondanti di orologio”.
Un appello alla città in vista di questo importante match tra le mura amiche.
“Vorrei che il nostro pubblico ci sostenesse e si sentisse parte integrante di questa squadra: “Voi Siete Il Dodicesimo Uomo” e quando cantate noi siamo pronti a morire sul campo per voi”.
A cura di Carol Violante