Minacce di morte nei confronti della famiglia di Angel Di Maria. L’ex attaccante argentino, tra le altre di Juventus, Psg e Real Madrid, attualmente in scadenza di contratto con i portoghesi del Benfica nelle ultime ore ha visto comparire in patria messaggi intimidatori lanciati stando alle prime ricostruzioni da tifosi che non vorrebbero il suo ritorno al Rosario Central.
Di Maria sotto choc Fermati due sospettati Le promesse di morte
Di Maria sotto choc
Choc in Argentina per Angel Di Maria, l’attaccante campione del Mondo è stato, infatti, preso di mira da alcuni pseudo-tifosi pronti a colpire direttamente la famiglia del Fideo pur di impedirgli di tornare a giocare con il Rosario Central, squadra con cui l’ex Juventus ha mosso i primi passi nel professionismo e in cui non ha mai nascosto di voler chiudere la propria carriera.
Fermati due sospettati
È successo a Funes, intorno alle 2.30 del mattino. La regione, molto vicina a Rosario, non è casuale visto che è scelta spesso e volentieri dalla famiglia Di Maria per trascorrere le proprie vacanze. Le autorità locali avrebbe già individuato e fermato i colpevoli delle minacce, individuati grazie alla targa catturata dalla telecamere della zona.
I due, un ragazzo e una ragazza, avrebbero affisso messaggi di minaccia all’ingresso del country club Funes Hills Miraflores frequentato dalla famiglia dell’ex bianconero, per poi fuggire in auto. Le forze dell’ordine parlano anche di quattro detonazioni e attraverso il Questore, Roly Santacroce, fanno sapere che dovrebbe trattarsi “chiaramente di una questione di calcio. Sembra che sia una cosa che riguarda i tifosi di altri club, affinché Di Maria non ritorni al Rosario Central“.
Le promesse di morte
Tra i messaggi rivolti a Di Maria, inequivocabili minacce di morte alla famiglia: “Qui spariamo pallottole e la gente muore”, e, ancora, dopo le prime ripercussioni è stato ritrovato un messaggio ancor più diretto e scioccante, destinato probabilmente al padre o alla madre del Fideo: “Dì a tuo figlio di non tornare a Rosario perché altrimenti uccideremo un membro della famiglia“.